Chiara Ferragni e Fedez: gli abiti degli sposi
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Le fedi Pomellato
Chiara Ferragni e Fedez: gli abiti degli sposi
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Chiara Ferragni in Dior
Chiara Ferragni in Dior
Chiara Ferragni in Dior
Fedez in Versace con i genitori
Chiara Ferragni in Dior
Chiara Ferragni in Dior
Chiara Ferragni e Fedez: gli abiti degli sposi
Chiara Ferragni in Dior

L’intervista completa sul numero di Vanity Fair in edicola dal 23 gennaio

«Mi dà panico il vuoto, volare. Ho l’ansia di sparire all’improvviso, di non essere all’altezza. Timore d’impazzire per qualsiasi motivo e, da ipocondriaco, di qualsiasi malattia, con tanto di sintomi che vengono fuori davvero. Su tutte: paura di morire». Si intitola Paranoia Airlines il nuovo disco di Fedez, e a Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 23 gennaio, il rapper racconta come convive con le sue paranoie e con la tachicardia che, di quando in quando, ancora gli regalano: «Sintomo degli attacchi di panico, di cui ho sofferto, e che nei momenti “no” si fanno ancora sentire. Invalidanti. Li ho curati da dentro, senza psicofarmaci, imparando piano a controllarmi. (…) A un certo punto la parte oscura di te diventa preponderante, ed è consigliabile andare da un bravo psicologo/psichiatra. Ne ho cambiati diversi. Questo è uno nuovo, vediamo». Spera di imparare a liberarsi un po’ del suo senso di insoddisfazione perenne e a raggiungere «la vera ricchezza: godermi quel che ho, senza pensare a quel che no. Tirar giù le barriere che a volte innalzo per non mostrarmi ancora più debole, fragile, ma che soffocano ciò che sono. “Sentirmi la versione migliore di me, badando al mio essere interiore”, per dirla con le parole di Chiara».

Foto Guy Aroch

La persona che lo salva, spiega Fedez a Vanity Fair, è infatti sua moglie Chiara Ferragni, mamma di Leone e magari, tra un po’, di un altro bambino («Ne parliamo, sì. Ma non subito, non adesso»). Chiara, dice il rapper nell’intervista, «purtroppo per lei vive ogni giorno con me. E, di conseguenza, con i miei conflitti interiori, i dubbi rispetto a ciò che ero, che sono, che sarò. Di Chiara ho bisogno per andare avanti. Lei sa godersi ogni momento e spero che, per osmosi, riesca a insegnarmelo. (…) Si pensa che se vivi in un contesto elitario tutto sia perfetto, nulla di cui lamentarsi. Non è così. Per quel vecchio detto: “I soldi non fanno la felicità”». Assieme a sua madre, è una delle due sole persone di cui si fidi. «I lividi fanno quello che sei. I miei vengono da una mancanza di fiducia: mi apro con pochi, non credo nelle persone, mi governa un pregiudizio che alza muri. Manco di empatia, fatico a costruire rapporti solidi».

Quello con J-Ax, per esempio, si è dissolto dopo l’ultima notte insieme a San Siro. Non per soldi, giura lui, senza aggiungere altro perché c’è un accordo di riservatezza. «Lo stadio pieno arrivava già dopo un mio momento di debolezza. Lontano, a Los Angeles, distratto da qualcosa di sconvolgente come la nascita di un figlio: è capitato anche che persone amiche lo abbiano sfruttato a loro favore. Ma ho colpa anche io per questo: vivo con la guerra in testa e chi mi sta vicino entra in quella guerra e dopo un po’ la deve riprodurre. Spesso lo fa scegliendo di armarsi contro chi quella guerra gliel’ha mossa dentro». Infatti il regalo in cui spera, per i trent’anni che compie nel 2019, è «la fine della guerra in testa». E poi più tempo da dedicare a moglie e figlio, anche se l’addio a X-Factor non pare definitivo: «Devo ancora pensarci bene. Mi manca già, ma vorrei sparire per un po’. Dedicarmi alla famiglia». E infine un po’ di libertà: «Come Vittorio Feltri, che è l’uomo più libero del pianeta. Si permette tutto quel che gli passa per la testa senza badare alle conseguenze. Usa in tutta tranquillità quel suo modo di esprimersi così politicamente scorretto senza venire mai crocefisso. Non che mi ritrovi in quel che sostiene, ma apprezzo il coraggio. Di andare in tv e dare del negro e del frocio a chi vuole».

Qualche sassolino dalla scarpa però, nell’intervista a Vanity Fair, Fedez se lo toglie. Su chi lo ritiene un miracolato: «Sono partito da niente e con il mio talento o non talento sono riuscito a fare questo. C’è speranza per tutti, soprattutto se pensi che io non valga nulla». Sulle «cariche dello Stato potenti che mi hanno querelato e intimidito». Sulle fake news che lo riguardano: «C’è un’interrogazione parlamentare per guerriglia urbana su Expo; la bufala su un mio arresto per spaccio di cocaina; istituzioni che chiedono venga preso in carico da un esorcista». Su Sfera Ebbasta indagato per istigazione all’uso di sostanze stupefacenti: «Cercare di minare la libertà di espressione è stupido. Se a farlo sono dei politici, poi, non voglio proprio dargli eco». Su Toninelli & C, verso cui dichiara molto scetticismo: «Ma è importante che ci sia un governo al lavoro su temi concreti come il reddito di cittadinanza, dopo l’avanspettacolo a cui abbiamo assistito gli anni precedenti, dai bunga bunga di Berlusconi alle lauree finte di Bossi jr, ai balletti attorno ai guai veri o presunti del padre della Boschi e di Renzi».

Su Salvini: «Si può essere d’accordo o meno con lui, sul chiudere i porti e sul resto, e io non lo sono, ma rispetto la democrazia e riconosco che non ce la si può prendere con lui perché è stato votato da italiani in coscienza, e sta facendo esattamente ciò che aveva promesso». Su Saviano che lo chiama “ministro della Malavita”: «E mi viene da ridere. Perché non dimentico Vittorio Arrigoni, uno che era sul campo e non nei salotti, con i segni della tortura e della trincea. Fu ucciso nel 2011, a  Gaza, a pochi mesi da un videomessaggio in cui invitava proprio Saviano a camminare con le sue gambe per Tel Aviv, prima di parlare a vanvera della situazione lì. L’aveva contraddetto, sì, e lui, che ama ergersi a coscienza civile del nostro Paese, non ha speso due parole per ricordarlo».

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L’articolo Fedez: «Che battaglia contro le mie paure, per fortuna ho Chiara che mi salva» proviene da VanityFair.it.