Il tridente di conduttori sembra divertirsi. «Chi parla?», chiede l’anche direttore artistico Claudio Baglioni. «Tu, c’è la gerarchia», risponde Claudio Bisio. «Sì, ma la galanteria è più importante», si rivolge allora lui a Virginia Raffaele. «C’è però anche un diritto di anzianità. Prego, Claudio». E insieme, i due: «Quale?».
Una breve parentesi come premessa, e poi musica. Dopo il blocco iniziale (Francesco Renga, Aspetto che torni; Nino D’Angelo e Livio Cori, Un’altra luce; Nek, Mi farò trovare pronto; The Zen Circus, L’amore è una dittatura; Il Volo, Musica che resta; Loredana Bertè, Cosa ti aspetti da me), entrano i Bocelli, Andrea e Matteo, padre e figlio, primi superospiti: «Venticinque anni fa io indossavo esattamente questo chiodo, e mi ha portato molta fortuna. Lo cedo, qui».
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Secondo blocco (Daniele Silvestri, Argento vivo; Federica Carta e Shade, Senza farlo apposta; Ultimo, I tuoi particolari; Paola Turci, L’ultimo ostacolo).
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