Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction
Beppe Fiorello, il re della fiction

La fiction si chiama Tutto il mondo è paese, è interpretata da Beppe Fiorello e potrebbe non vedere la luce tanto presto. Ad annunciarlo è lo stesso attore su Twitter, profondamente amareggiato al pensiero che il progetto dedicato al processo di integrazione promosso dal sindaco del comune di Riace Mimmo Lucano sia ostacolato da alcuni membri del governo. «Non è la prima volta che una mia fiction viene bloccata», cinguetta Fiorello.

«Anni fa le Foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di Graziella Campagna, l’allora Min. della Giustizia si indignò, ora Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire».  I riferimenti sono a Il cuore nel pozzo, girato in Montenegro nel 2004 e trasmesso su Raiuno il 6 e 7 febbraio 2005 con il forte appoggio di Alleanza Nazionale, e La vita rubata, la fiction che ricostruisce l’omicidio mafioso della diciassettenne Graziella Campagna e bloccata dall’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella (alla fine andò in onda il 16 e il 18 dicembre 2009 quando era stata programmata il 27 novembre di due anni prima).

La storia sembra, quindi, destinata a ripetersi con Tutto il mondo è paese, che racconta del piccolo borgo dell’Alta Locride tornato a vivere grazie all’inserimento del tessuto sociale di profughi e immigrati regolari, trasformandosi in un modello esemplare per l’Italia e per il mondo. Il progetto, per ora, rimane in stand-by e sono molti gli attestati di stima e solidarietà rivolti a Fiorello, che nei giorni scorsi ha parlato di «denuncia che rischia di trasformarsi in censura». Una triste pagina del Servizio Pubblico che, sul modello dei casi pregressi, potrebbe non sbloccarsi nell’immediato futuro.

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