La cellulite può colpire a ogni età ed essere causa di inestetismi che rendono insicure le persone che ne soffrono. Si ha paura di scoprirsi, di mostrare il corpo, di guardarsi allo specchio: la cellulite con la fisioterapia può essere affrontata per risolvere un problema che potrebbe non solo essere estetico e ridare fiducia a chi non riesce a vedere quei segni sul suo corpo?

Sono tante le domande che affollano la nostra mente e che hanno bisogno di risposte professionali. Abbiamo, quindi, rivolto qualche domanda alla Dottoressa Beatrice Possenti, osteopata, di MioDottore, che ha aderito al progetto di video consulenza online attivato dalla piattaforma. Ecco cosa ci ha raccontato.

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Fonte: Unsplash / Selene Marie

Cos’è la cellulite

La cellulite è una situazione di alterato metabolismo a livello del tessuto sottocutaneo, che causa un aumento delle dimensioni delle cellule adipose che lo formano e un aumento della ritenzione idrica negli spazi intracellulari.

Non si tratta di una malattia vera e propria, quanto piuttosto di un inestetismo, anche se può compromettere la circolazione venosa e linfatica e comprimere nervi, con parestesie e sensazioni dolorose.

Cause della cellulite

Le cause che la provocano sono le più varie: da disturbi del metabolismo a disordini nutrizionali, disfunzioni ormonali, genetiche, alterazioni del sistema circolatorio, linfatico, del tessuto connettivo o infiammazioni. Tutte queste provocano una crescita esagerata del pannicolo adiposo.

Come si presenta la cellulite

La cellulite si presenta, in genere, con dei piccoli avvallamenti della pelle, a volte associati a piccoli noduli del tessuto sottocutaneo che possono risultare duri al tatto.

La diagnosi si fa a livello visivo e con la palpazione della pelle nelle zone interessate, ma anche mediante accertamenti ecografici e doppler, per indagare la presenza di stasi venosa, e con  esami metabolici che calcolino massa magra e massa grassa.

È classificata in 4 stadi:

  • 0: assenza di segni di cellulite;
  • 1: la pelle risulta liscia ma compaiono segni di cellulite pizzicando la pelle o contraendo i muscoli;
  • 2: le introflessioni della cellulite sono presenti e visibili anche senza sollecitare la pelle;
  • 3: presenza delle alterazioni dello stadio 2 in maggior numero e su un’area più estesa, accompagnate dalla presenza di noduli.

Come può intervenire la fisioterapia nel trattamento della cellulite?

Nel trattamento della cellulite rivestono un ruolo fondamentale l’alimentazione e l’attività fisica. Si può lavorare anche con farmaci e con trattamenti locali cosmetici, risultando in quest’ultimo caso fondamentale l’intervento del fisioterapista.

In qualunque stadio sia la cellulite, un trattamento locale con prodotti cosmetici è sempre indicato. Si possono associare anche iniezioni con mesoterapia, laser e ultrasuoni. A seguito di questi trattamenti, è necessario sottoporsi a massaggi linfodrenanti e pressoterapia, volti a far circolare via i liquidi in maniera migliore dalle zone interessate.

Negli stadi più gravi si può intervenire con la liposuzione, che però è un intervento chirurgico invasivo e non privo di complicanze.

Inoltre, se non viene modificato lo stile di vita, la cellulite tenderà a ricomparire. Quindi il fisioterapista svolge un ruolo molto importante nel contrastare alcune delle cause di insorgenza della malattia, favorendo la circolazione venosa e linfatica mediante la massoterapia e il linfodrenaggio, ripristinando il tono muscolare per favorire l’effetto pompa dei vasi, incoraggiando un corretto e costante esercizio fisico e utilizzando eventualmente adeguati elettromedicali.

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Quali sono i consigli del fisioterapista contro la cellulite?

Gli accorgimenti che il fisioterapista consiglia per prevenire la cellulite sono parecchi. Essendo una condizione legata principalmente all’accumulo di liquidi e di adipe sottocutaneo, la prima attenzione è certamente da porre sull’alimentazione e sull’attività fisica costante. Infatti, l’esercizio fisico, soprattutto aerobico, è fondamentale per evitare l’accumulo di adipe localizzato.

È importante anche non indossare abiti troppo stretti che vadano a impedire la circolazione venosa e linfatica, con conseguente peggioramento della stasi, ed evitare tacchi troppo alti per mantenere una postura corretta.

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