Un uomo di 40 anni, di origine marocchina, è stato condannato a 2 anni e 3 mesi di reclusione dal Tribunale di Torino. L’imam ha privato la moglie di ogni libertà, confinandola tra le mura domestiche.

Come si apprende dall’ANSA e dai quotidiani locali, la donna non poteva vestirsi come voleva. Era costretta a mangiare in una stanza separata dagli uomini, non era libera di decidere nulla e nemmeno di guardare la televisione. Doveva soltanto occuparsi della casa, del marito e dei due figli.

Se provava a dire di no, veniva insultata e, a volte, picchiata. Un comportamento che per i giudici configura il reato di maltrattamenti in famiglia.

Il pm Barbara Badellino aveva chiesto una condanna a due anni.

Come raccontato su Repubblica.it, il matrimonio tra i due, avvenuto nel 2005, è stato combinato dalle rispettive famiglie d’origine, subito prima il trasferito dal Marocco all’Italia. La coppia ha due figli: un maschio di 11 e una bambina di 13. La donna, nel 2015, era stata costretta a tornare a vivere in Marocco ma era scappata in Spagna per poi tornare in Italia.

La pm Badellino ha raccontato: “Si tratta di una vicenda in cui l’aspetto culturale e religioso ha un ruolo predominante, la cultura marocchina ha usanze e tradizioni ben precise, tuttavia se ci si trasferisce in Italia certe condotte non possono essere riconosciute e pretese. I comportamenti dell’imputato hanno travalicato i limiti”.

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