Le malattie esantematiche sono patologie che si manifestano con un’eruzione cutanea – l’esantema, appunto – che può avere forma variabile e accompagnarsi ad altri sintomi, come il prurito, la febbre e un malessere generale. Si tratta per lo più di malattie infettive, tendenzialmente molto contagiose.

Molte delle malattie esantematiche più comuni colpiscono soprattutto i bambini, anche se possono interessare anche gli adulti, se non immunizzati. Tra queste ci sono il morbillo, la rosolia, la scarlattina, la varicella, la quarta malattia (o scarlattinetta), la quinta malattia (o megaloeritema), la sesta malattia (o esantema critico), la malattia mano-piede-bocca, la pitiriasi rosea. Ma anche la parotite e la pertosse, pur non causando esantemi, sono comunemente incluse tra le malattie esantematiche perché tipiche dell’età infantile e giovanile.

Ognuna di queste malattie è provocata da virus o batteri diversi, si manifesta con sintomi differenti e ha un decorso diverso. Molte possono essere evitate grazie ai vaccini, alcuni dei quali in Italia sono obbligatori per bambini e ragazzi.

Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulle malattie esantematiche e su come riconoscerle, prevenirle e curarle.

malattie esantematiche come si trasmettono
Fonte: Unsplash / Taylor Wilcox

Malattie esantematiche: cosa sono

Le malattie esantematiche sono malattie infettive, virali o batteriche, caratterizzate dalla comparsa di un esantema, ovvero di un’eruzione cutanea improvvisa che si manifesta sotto forma di macchie rosse, vescicole, pustole o papule. Il rash cutaneo può accompagnarsi anche ad altri sintomi, come febbre, prurito, malessere generale, inappetenza.

Le malattie esantematiche per eccellenza, a cui dedicheremo ampio spazio in questo articolo, sono quelle che colpiscono bambini e ragazzi in giovane età, in particolare:

  • morbillo
  • rosolia
  • scarlattina
  • varicella
  • quarta, quinta e sesta malattia
  • malattia mano-piede-bocca.

In passato, tra queste malattie c’era anche il vaiolo, oggi fortunatamente debellato grazie alla vaccinazione.

Con il termine “malattie esantematiche” tendono ad essere identificate anche altre malattie infettive tipiche dell’infanzia e dell’età giovanile, anche se non causano eruzioni cutanee. E’ il caso della parotite, comunemente nota come “orecchioni”, e della pertosse.

Ci sono poi una serie di altre malattie che, anche se non rientrano tra le più comuni malattie esantematiche di bambini e ragazzi, hanno tra i loro sintomi tipici un esantema.

Tra le principali ci sono:

  • malattia di Kawasaki
  • pitiriasi rosea
  • rickettsiosi.

Infine, possono avere tra le loro manifestazioni cliniche un esantema anche altre patologie, alcune delle quali caratterizzate da un quadro clinico piuttosto complesso. Tra queste:

  • mononucleosi
  • tifo
  • sifilide
  • AIDS o HIV
  • epatite virale.

Epidemiologia e trasmissione

L’epidemiologia varia a seconda del tipo di malattia. Le malattie esantematiche comunemente intese, ovvero quelle infettive tipiche dell’infanzia, colpiscono in genere bambini in giovane o giovanissima età. Sono causate da agenti infettivi molto contagiosi che si trasmettono per lo più per via aerea o per contatto diretto, quindi tendono a diffondersi facilmente. Il sistema immunitario dei bambini, non ancora del tutto sviluppato ed efficiente, rende la circolazione di questi virus più facile, soprattutto in ambienti in cui i più piccoli trascorrono molto tempo a stretto contatto, come a scuola.

malattie esantematiche sintomi
Fonte: Pixabay

Sintomi

Il sintomo più caratteristico delle malattie esantematiche è, appunto, l’esantema, che può manifestarsi in varie forme, a seconda dell’agente che l’ha causato:

  • un eritema, ovvero un arrossamento delle pelle in una zona specifica del corpo o diffuso in più punti
  • una macchia, cioè una colorazione alterata della pelle in un’area circoscritta
  • una macula, ovvero una zona in cui la pelle assume una colorazione a chiazze
  • una papula, cioè un rilievo solido della pelle
  • una vescicola, che consiste in una piccola bolla piena di siero o sangue che si forma sotto le pelle
  • una bolla: simile alla vescicola ma più grande
  • una pustola: come la vescicola ma piena di pus
  • una crosticina
  • una desquamazione della pelle, che tende a sfaldarsi.

Nelle malattie esantematiche che tipicamente colpiscono i bambini, l’eruzione cutanea ha inizio in una parte del corpo e poi si diffonde. Nel morbillo, nella rosolia, nella quinta malattia e nella scarlattina tende a cominciare dal viso, nella varicella e nella sesta malattia di solito ha origine dal tronco, mentre nella malattia mano-piede-bocca comincia dalle estremità.

Insieme all’esantema, possono comparire altri sintomi meno specifici, come:

  • febbre
  • prurito
  • dolori muscolari
  • stanchezza
  • tosse
  • mal di gola
  • naso che cola
  • mal di testa
  • congiuntivite
  • problemi gastrointestinali (diarrea)
  • inappetenza
  • malessere generale.

Di solito passa del tempo, variabile da malattia a malattia, tra l’infezione e la comparsa dei sintomi, e in particolare dell’esantema. Si tratta del periodo di incubazione, durante il quale si è contagiosi anche se la malattia non si è ancora manifestata.

Cause

Le malattie esantematiche possono avere origine virale o batterica. Quelle più comuni dovute a infezioni virali sono:

  • morbillo
  • rosolia
  • varicella
  • quinta malattia
  • sesta malattia
  • malattia mano-piede-bocca.

Tra le più diffuse malattie esantematiche causate da infezioni batteriche, invece, rientrano:

  • scarlattina
  • quarta malattia.
malattie esantematiche cause
Fonte: Pixabay

Diagnosi

La diagnosi di una malattia esantematica si basa soprattutto su aspetti clinici. Il medico valuta le caratteristiche delle eruzioni cutanee, le modalità con cui sono comparse, la loro estensione, gli altri sintomi che si accompagnano all’esantema.

Vengono presi in esame anche aspetti di natura epidemiologica, come l’età del paziente, le vaccinazioni effettuate, l’eventuale esposizione ad altri soggetti con malattie esantematiche. Se, per esempio, il paziente è un bambino in età scolare coperto di macchioline rosse nella cui classe ci sono stati casi di varicella, sarà più semplice ipotizzare che possa avere la varicella anche lui.

Per alcune malattie esantematiche, può essere effettuato anche un esame del sangue per confermare la diagnosi.

Complicanze

Le malattie esantematiche tipiche dell’infanzia non destano, di norma, particolari preoccupazioni, ma in alcune situazioni possono causare complicanze. Per lo più, queste complicazioni sono provocate da infezioni batteriche che possono dare origine a otite, laringite, polmonite, encefalite (un’infiammazione del cervello). Questo tipo di problematiche interessano in prevalenza i neonati o le persone con un sistema immunitario indebolito.

Un caso a parte è rappresentato dalle donne in gravidanza. Alcune malattie esantematiche – se contratte nelle prime settimane di gestazione o vicino al parto – possono mettere a rischio la salute e nei casi peggiori anche la vita del bambino. Particolarmente pericolose per il feto sono la rosolia e la varicella, che se la futura mamma si ammala a ridosso del parto può essere trasmessa al neonato. Anche la parotite, se contratta nei primi mesi di gravidanza, è rischiosa perché può causare un aborto.

Cure

Non esistono farmaci o terapie specifici per le malattie esantematiche tipiche dell’infanzia. Per quelle virali, la terapia è per lo più sintomatica. Può essere basata su antipiretici come il paracetamolo per abbassare la febbre, antistaminici per lenire l’eventuale prurito, spray contro il mal di gola e sciroppi contro la tosse.

Contro il prurito possono essere utili anche rimedi naturali come gli impacchi di camomilla, ad azione lenitiva.

Per le malattie esantematiche di natura batterica, invece, in genere si utilizza una terapia a base di antibiotici. Per la scarlattina e per la quarta malattia, per esempio, di solito viene somministrato un antibiotico, come l’amoxicillina, per contrastare velocemente lo Streptococco che le causa.

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Fonte: Pixabay

Prevenzione

La principale arma di prevenzione delle malattie esantematiche sono i vaccini, quando disponibili. Oggi esistono vaccini efficaci e sicuri contro morbillo, rosolia, varicella, parotite e pertosse, quindi è importante sottoporre i bambini al programma di vaccinazione, per proteggere loro e tutta la comunità, riducendo la diffusione di queste malattie.

I vaccini obbligatori contro le malattie esantematiche in Italia

In Italia, il Piano Nazionale per la prevenzione dei vaccini 2017-2019 e il Decreto legge 7 giugno 2017 , n. 73, Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, hanno reso obbligatori tutti questi vaccini per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni e indicato nel calendario vaccinale i tempi e le modalità di somministrazione della prima dose e dell’eventuale richiamo.

Vediamo allora quali sono e quando devono essere effettuati i vaccini obbligatori contro le malattie esantematiche:

  • vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MPR) (obbligatori dal 2001) e contro la varicella (V) (obbligatoria dal 2017): 1° dose nel secondo anno di vita e 2° dose a 6 anni. Vengono somministrati mediante vaccino combinato quadrivalente MPRV oppure tramite vaccino trivalente MPR e monovalente varicella in diversa sede anatomica.
  • vaccino contro la pertosse: è parte del vaccino esavalente (DTPa/IPV/Ep B/Hib), che oltre che da questa malattia esantematica protegge contro la difterite, il tetano, la polio, l’epatite B e le infezioni da Haemophilus influenzae tipo b. e Viene somministrato in tre dosi (al terzo, al quinto e al dodicesimo mese) nel primo anno di vita. E’ obbligatorio per i bambini nati nel 2001. A 6 anni è previsto un richiamo per le vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse e poliomielite, che può essere effettuato con vaccini combinati.

Non esistono vaccini per le altre malattie esantematiche, che tuttavia, dopo il primo contagio, non possono essere contratte una seconda volta: chi ne ha sofferto è quindi protetto per tutta la vita. L’unica eccezione è rappresentata dalla scarlattina, che è provocata da un batterio, e dalla varicella, causata dal virus Herpes Zoster. Questo virus può restare latente nell’organismo dopo la guarigione e tornare a riattivarsi, anche dopo alcuni anni, con il “Fuoco di Sant’Antonio”, un’infezione che provoca dolorose eruzioni cutanee.

La vaccinazione raccomandata in età fertile e in gravidanza

La vaccinazione contro alcune malattie esantematiche è importante anche nelle donne in età fertile, che in previsione di una possibile gravidanza devono essere protette nei confronti di morbillo, parotite, rosolia e varicella, che rappresentano un rischio per il nascituro.

Durante la gestazione, se la futura mamma non risulta immune contro la rosolia o la varicella (o entrambe), è importante che venga immunizzata prima della dimissione, nell’immediato post partum. In gravidanza è raccomandato anche il vaccino contro la pertosse, che permette di trasferire al neonato gli anticorpi che lo proteggeranno finché non potrà essere vaccinato. Se contratta nei primi mesi di vita, infatti, la pertosse può essere molto grave per il bambino, persino mortale. Questo vaccino viene somministrato idealmente intorno alla 28^ settimana di gravidanza.

Per le malattie esantematiche contro le quali non esiste un vaccino, il principale strumento di prevenzione è evitare il contatto stretto con le persone infette. E’ molto importante anche lavarsi spesso e bene le mani, che se contaminate possono essere veicolo di contagio nel caso in cui si tocchino superfici e oggetti contaminati.

Le malattie esantematiche più comuni nell’infanzia e in età giovanile: elenco e schede

Ecco in dettaglio le più comuni malattie esantematiche tipiche dell’infanzia e dell’età giovanile che hanno come caratteristica distintiva la comparsa di un esantema.

Morbillo

Il morbillo è una malattia esantematica causata da un virus del genere Morbillivirus, della famiglia dei Paramyxovirus.

I primi sintomi con cui si manifesta sono simili a quelli di un raffreddore. Tra questi, tosse secca, naso che cola, congiuntivite e una febbre che diventa sempre più alta.

Dopo 3-4 giorni compare la caratteristica eruzione cutanea sotto forma di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, poi su tutto il corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni, poi l’esantema scompare a cominciare dal collo.

Il morbillo ha un’incubazione di circa 10 giorni ed è molto contagioso. Si trasmette per via aerea, attraverso gli starnuti e la tosse, o per contatto diretto con le secrezioni nasofaringee, fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea, con un picco 3 giorni prima. Per questo, per i malati è previsto l’isolamento nel periodo di contagio.

Contro il morbillo non esiste una cura specifica, ma possono essere somministrati antipiretici per far scendere la febbre o sciroppi per la tosse.

Le complicazioni sono piuttosto rare e consistono per lo più in infezioni batteriche come otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello), che interessano più spesso i neonati e le persone immunocompromesse. Non ci sono rischi in gravidanza.

Sul fronte della prevenzione, esistono vaccini combinati trivalenti morbillo-parotite-rosolia (MPR) e quadrivalente (MPVR), che contrasta anche il virus della varicella, da somministrare nel secondo anno di vita (1° dose) e a 6 anni (richiamo).

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Fonte: Unsplash / AliciaPetresc

Rosolia

La rosolia è causata da un virus della famiglia dei Rubivirus.

Il principale sintomo con cui si manifesta è un’eruzione cutanea, sotto forma di macchie rosa chiaro che compaiono prima sul viso e, nell’arco di 24 ore, si diffondono sul resto del corpo, dove possono persistere da uno a 3 giorni. Altri sintomi comuni sono febbre lieve, malessere, congiuntivite, linfonodi ingrossati, specie dietro la nuca. Nel 20-50% dei casi, tuttavia, la rosolia è asintomatica o si presenta con pochi sintomi.

L’incubazione dura da 12 a 23 giorni. Anche la rosolia è molto contagiosa e si trasmette per via aerea attraverso tosse e starnuti o per contatto diretto con le secrezioni nasofaringee del malato. In genere, le persone infette sono contagiose da 7 giorni prima a 7 giorni dopo la comparsa dell’esantema, ma il virus può essere presente nelle secrezioni fino a 14 giorni dopo l’inizio dell’esantema. La massima contagiosità è da 1 a 5 giorni dopo l’esordio dell’eruzione.

Come per il morbillo, non c’è una cura specifica ma è possibile intervenire sui sintomi come la febbre. Le complicanze sono rare e tra le più comuni ci sono sono i dolori articolari.

La rosolia è molto pericolosa per le donne in gravidanza, soprattutto se la mamma si infetta poco prima del concepimento o nelle prime 8-10 settimane di gestazione. Il virus della rosolia, infatti, è in grado di superare la barriera della placenta e può causare aborto spontaneo o malformazioni gravi nel feto, come la rosolia congenita. Questa sindrome può provocare difetti della vista, sordità, malformazioni cardiache, ritardo mentale, danni epatici.

Scarlattina

La scarlattina è causata da un batterio, lo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A, ed è molto comune nei bambini, ma può colpire anche gli adulti.

I primi sintomi, che in genere compaiono entro una settimana dal contatto con il batterio, sono mal di gola, tonsille e lingua infiammata, mal di testa, malessere generale e febbre superiore a 38°C, con ingrossamento dei linfonodi del collo, a cui segue la caratteristica eruzione cutanea.

L’esantema è composto da macchie rosso-rosate che scompaiono alla pressione delle dita per poi riapparire: di solito inizia da torace, schiena e pancia e si espande agli arti. Il viso, anche se non è mai raggiunto dall’esantema, appare arrossato come dopo un’esposizione al sole. Anche la lingua può essere rossa e gonfia (la cosiddetta lingua a fragola).

La trasmissione avviene per via aerea e per contatto diretto con le secrezioni nasofaringee e l’incubazione dura da 2 a 5 giorni.

Non esiste un vaccino per prevenire la scarlattina, che in genere si presenta in forme non gravi e può essere curata con antibiotici per ridurre il rischio di complicazioni (danni cardiaci o renali), comunque molto rare. In presenza di febbre, è possibile assumere degli antipiretici. Di solito la guarigione avviene in una settimana, anche se le aree del corpo interessate dall’esantema possono continuare a desquamarsi per più giorni. Questa malattia esantematica non presenta rischi per le donne in gravidanza.

Varicella

La varicella è causata dal virus Herpes Zoster e colpisce in prevalenza i bambini tra i 5 e i 10 anni di età.

Si manifesta dopo 10-21 giorni dall’esposizione al virus e il suo sintomo più caratteristico è l’esantema, che si sviluppa in 3 stadi: prima bollicine rosacee, poi vescicole/pustole e infine croste.
Un paio di giorni prima dell’esantema, possono comparire anche altri sintomi come febbre non elevata, malessere, mal di testa e inappetenza.

La varicella è molto contagiosa e si trasmette per via aerea o per contatto diretto con le secrezioni nasofaringee, con i liquidi rilasciati dall’esantema o con le superfici e gli oggetti contaminati.

Non esiste una terapia specifica. La cura punta ad alleviare i sintomi, come la febbre con un antipiretico e il prurito con un antistaminico. Solo a bambini e ragazzi con un sistema immunitario compromesso può essere consigliabile somministrare antivirali.

Questa malattia, infatti, in genere si risolve in 7-10 giorni ma può avere un decorso più aggressivo in caso di difese indebolite. Le complicanze sono rare – le bollicine possono infettarsi se grattate con le mani sporche – e il rischio principale riguarda le donne in gravidanza. La varicella, infatti, se la mamma la contrae poco prima del parto può trasmettersi al neonato.

Fortunatamente, questa malattia esantematica può essere prevenuta con il vaccino quadrivalente che protegge anche da rosolia, morbillo e parotite (MPVR), da somministrare al bambino nel secondo anno di vita (1° dose) e a 6 anni (richiamo).

Quarta malattia

La quarta malattia si chiama così perché, all’epoca in cui fu descritta per la prima volta (nel Novecento sulla rivista Lancet dal dottor Dukes), si pensava che i bambini contraessero le malattie esantematiche in un preciso ordine, quindi si ammalassero di quarta malattia dopo morbillo, scarlattina e rosolia.

E’ causata dallo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A, lo stesso batterio della scarlattina, di cui è una variante meno grave: per questo è nota anche come “scarlattinetta”.

Anche i sintomi sono simili a quelli della scarlattina, ma più lievi. Due giorni dopo il contagio compaiono mal di testa, sonnolenza, perdita di appetito, a volte un po’ di febbre, gola infiammata, linfonodi ingrossati. A questa sintomatologia segue l’esantema, sotto forma di piccoli puntini rosa distribuiti soprattutto a livello di inguine e glutei, che scompaiono dopo 4-5 giorni.

Come per la scarlattina, la trasmissione avviene per via aerea o per contatto, non esiste un vaccino e la cura si basa su antibiotici. Le complicanze a carico di cuore e reni sono rare e non sono noti rischi in gravidanza.

Quinta malattia

La quinta malattia, o megaloeritema infettivo, si chiama così perché è la quinta malattia esantematica identificata. E’ un’infezione virale tipica dell’infanzia e si manifesta con febbre e con un esantema a macchioline di colore rosso intenso, caldo e leggermente in rilievo, sulle guance (le cosiddette “guance schiaffeggiate”), che in genere si risolve in qualche giorno. Un esantema meno intenso, che spesso causa prurito, può interessare anche braccia, tronco e cosce e durare più a lungo, a volte scomparendo e ricomparendo più volte, per mesi, dopo la guarigione dall’infezione.

La quinta malattia è causata da un virus della famiglia dei Parvovirus (B19) ed è altamente contagiosa. Si trasmette attraverso le secrezioni respiratorie o con il contatto con le superfici contaminate. Il periodo di incubazione è di circa 14 giorni.

Non esistono un vaccino né una terapia specifica e la cura si basa su antipiretici per abbassare la febbre ed emollienti contro il prurito. Le complicanze, nei bambini sani, sono rare.

La quinta malattia è pericolosa in gravidanza perché, in alcuni casi, può causare una grave anemia e provocare un aborto spontaneo o la morte intrauterina fetale.

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Sesta malattia

La sesta malattia è una malattia dell’età infantile causata dall’herpes virus umano di tipo 6B (HHV-6B). Colpisce in prevalenza bambini tra i 6 mesi e i 2 anni.

Si manifesta con febbre alta e macchie di color rosa chiaro sul tronco e alla radice del collo, che poi si estendono anche al viso e al resto del corpo e durano pochi giorni. Per questo la sesta malattia è chiamata anche febbre dei tre giorni, oltre che esantema critico, esantema subitum, roseola, roseola infantum.

L’incubazione dura circa 10 giorni, il contagio avviene per via aerea, non esiste un vaccino e non c’è una terapia specifica. In genere questa malattia si manifesta in forma lieve e si risolve spontaneamente nell’arco di una settimana. L’unico rischio, che può riguardare i bambini particolarmente sensibili e predisposti, sono le convulsioni legate alla febbre.

Scopri di più su questa malattia esantematica nell’articolo di Benessereblog “Sesta malattia nei bambini e negli adulti: sintomi e cure”.

Malattia mano-piede-bocca

La malattia mano-piede-bocca (hand, foot and mouth disease) è un’infezione che colpisce soprattutto i bambini sotto i 10 anni di età ed è causata da virus del genere degli Enterovirus.

Si manifesta da 3 a 7 giorni dopo il contagio con piccole vescicole sul palmo delle mani, sulla pianta dei piedi, in bocca e a volte anche nella zona del pannolino. La febbre può essere lieve o assente. A causa delle bollicine nel cavo orale, il bambino può avere dolore e difficoltà a deglutire. Per questo è importante dargli da mangiare cibi non irritanti e morbidi, meglio se liquidi per prevenire la disidratazione.

L’incubazione è di circa 7 giorni, la trasmissione avviene per via respiratoria o per contatto diretto e la malattia guarisce spontaneamente in 7-10 giorni, in genere senza particolari complicanze. Non esistono vaccini né una cura specifica. Se necessario, possono essere somministrati antifebbrili e analgesici. Non sono noti rischi in gravidanza.

Pitiriasi rosea

La pitiriasi rosea di Gilbert, dal nome del dermatologo che la descrisse per la prima volta, è una malattia della pelle caratterizzata dalla comparsa di una chiazza rossastra e squamosa, ovale e di diametro pari a 1-3 cm, chiamata chiazza madre o medaglione di Gibert. Dopo pochi giorni dalla prima chiazza, sul tronco appaiono altre macchie simili, ma più piccole.

Si pensa che la pitiriasi rosea possa essere causata dalla riattivazione nell’organismo di alcuni ceppi di Herpes Virus, in particolare quello di tipo 6 che causa la sesta malattia.

A differenza delle altre malattie esantematiche tipiche dell’infanzia, la pitiriasi rosea non è contagiosa, quindi chi ne soffre non deve isolarsi, e non si accompagna ad altri sintomi: solo raramente può dare prurito. Colpisce più spesso bambini e giovani adulti di età compresa tra i 10 e i 35 anni e guarisce spontaneamente entro 40-60 giorni dalla sua comparsa, senza bisogno di particolari cure. Non esiste un vaccino per prevenirla.

Non sono segnalate particolari complicanze se non in gravidanza. Se viene contratta nelle prime 15 settimane, infatti, potrebbe aumentare il rischio di aborto spontaneo.

Malattia di Kawasaki

La malattia di Kawasaki, o sindrome di Kawasaki, è una malattia dalle cause ancora sconosciute e non contagiosa. Si manifesta come un’infiammazione acuta generalizzata dei vasi sanguigni e colpisce per lo più neonati e bambini nella prima infanzia.

Tra i suoi sintomi ci sono febbre elevata, arrossamento degli occhi, eruzioni cutanee a macchie rosse simili a quelle di morbillo e scarlattina sul tronco, nell’area del pannolino e sulle mucose, per esempio in bocca, arrossamento dei palmi di mani e piedi, che tendono a gonfiarsi, ingrossamento dei linfonodi del collo.

E’ una malattia pericolosa perché può interessare le arterie coronarie. Tra le problematiche più gravi che può causare c’è l’aneurisma coronarico, ovvero una dilatazione della parete dell’arteria più frequente nei pazienti non adeguatamente trattati.

La terapia della malattia di Kawasaki prevede la somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa, proprio per proteggere le coronarie, e di aspirina, ad effetto antinfiammatorio.

Il decorso della malattia è variabile a seconda che le coronarie siano più o meno interessate. Le eventuali lesioni coronariche possono risolversi nel tempo, ma anche causare complicanze a carico del cuore, come un infarto del miocardio.

Parotite

Come abbiamo detto, la parotite e la pertosse non causano esantemi, ma vengono comunemente assimilate alle altre malattie esantematiche perché colpiscono tipicamente bambini e ragazzi in giovane età: per questo, dedichiamo un breve focus a entrambe.

La parotite è una malattia infettiva causata da un virus della famiglia dei Paromyxovirus. Il suo sintomo più tipico, oltre a febbre e malessere generale, è il gonfiore delle ghiandole salivari, con conseguente dolore alla masticazione. Il nome popolare con cui questa malattia è comunemente nota, “orecchioni”, si deve al caratteristico aspetto che la parotite conferisce al viso a causa dell’ingrossamento delle ghiandole parotidi, che si trovano sotto i padiglioni auricolari, dietro l’angolo della mandibola.

E’ una malattia che si trasmette per via respiratoria o per contatto diretto, con un’incubazione di 2-3 settimane, i cui sintomi possono essere curati con una dieta semiliquida e antidolorifici.

Esiste un vaccino: il quadrivalente combinato che protegge anche contro morbillo, rosolia e varicella ((MPVR) e deve essere somministrato nel secondo anno di vita (1° dose) e a 6 anni (richiamo).

Le complicanze della parotite sono più frequenti negli adulti che nei bambini. In particolare, se contratta dai maschi dopo la pubertà, questa malattia può causare l’orchite, un’infiammazione molto dolorosa caratterizzata dal gonfiore di uno o di entrambi i testicoli.

La parotite è pericolosa anche in gravidanza perché nelle prime settimane di gestazione può provocare un aborto.

malattie esantematiche pertosse
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Pertosse

La pertosse, anche detta tosse convulsa o tosse canina, è un’infezione delle vie respiratorie causata dal batterio Bordetella pertussis. E’ molto contagiosa e colpisce prevalentemente i bambini sotto i 5 anni di età. Ha un’incubazione di 7-10 giorni e si manifesta inizialmente (stadio catarrale), per 1-2 settimane, con sintomi simili a quelli del raffreddore (naso che cola, occhi rossi, tosse lieve, un po’ di febbre). Poi (stadio parossistico/convulsivo), la tosse si fa intensa e incontrollabile e si associa a difficoltà a respirare.

La terapia si basa sugli antibiotici, che se somministrati prima che la tosse raggiunga il livello convulsivo accelerano la guarigione e riducono la durata della contagiosità: nelle persone curate con antibiotici, il periodo di infettività termina circa 5 giorni dopo l’inizio della terapia, mentre senza antibiotici si resta contagiosi fino a 3 settimane.

Negli adolescenti e negli adulti, in genere la pertosse guarisce senza particolari problematiche, mentre è più rischiosa per i neonati e i bambini piccoli, per cui può rendersi necessario il ricovero in ospedale per complicazioni. Tra queste ci sono otite, bronchite, polmonite, crisi convulsive, encefalite. Il vaccino esavalente, somministrato in 3 dosi entro il primo anno di vita, rappresenta la migliore arma di protezione dalla pertosse.

Insomma, le malattie esantematiche sono molte e, a volte, possono essere persino difficili da distinguere. Non sono gravi e spesso tendono a risolversi da sole, ma è comunque bene non trascurarle, soprattutto se il caratteristico esantema compare sul corpo di un bambino piccolo.

Per la maggior parte di queste patologie non esiste una terapia specifica, ma intervenire tempestivamente aiuta a ridurre il rischio di complicazioni e permette di alleviare i sintomi.

La vaccinazione, quando disponibile, è l’arma migliore per proteggersi, soprattutto per i neonati, per le donne in gravidanza e per chi ha un sistema immunitario indebolito.

Per restare aggiornato sulle malattie esantematiche, leggi gli approfondimenti della sezione “Salute” di Benessereblog.

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