Pensa come Leonardo Da Vinci. Può essere riassunta con questa frase la proposta lanciata da un team di ricercatori delle Università di Cambridge e di Edimburgo, che insieme hanno realizzato un articolo apparso sulle pagine della rivista Curriculum Perspectives.

In un mondo che cambia continuamente, in un presente che pone la popolazione di fronte a numerose sfide sempre più complesse, migliorare il metodo di insegnamento nelle scuole è di fondamentale importanza.

Bisogna preparare i bambini e i giovani ad affrontare le sfide future. Non solo quelle climatiche, ma anche quelle sanitarie, il problema della sostenibilità ambientale e della sicurezza alimentare. Bisogna sfumare, se non abbattere, i confini che ancora oggi vi sono fra le diverse materie, e aprire la strada a un pensiero più globale. Le scienze devono mescolarsi con l’arte, la letteratura deve trovare dei punti di contatto con la matematica, e tutto deve preparare i giovani ad affrontare la vita con un’adeguata preparazione.

Il modello proposto dagli esperti si ispira proprio agli scienziati del Rinascimento, primo fra tutti Leonardo Da Vinci, che ha scavalcato i confini fra le varie discipline, coltivando una conoscenza illimitata. Un approccio del genere non è del tutto nuovo. I ricercatori spiegano che viene già messo in atto in Finlandia, dove ai bambini viene offerto un sistema educativo “transdisciplinare“.

Anche in altre parti del mondo sono stati già messi in atto progetti che uniscono diverse discipline. Iniziative che permettono ai bambini e ai ragazzi di applicare ciò che apprendono alla loro vita quotidiana, al mondo che li circonda.

Perché dovremmo pensare di più come Leonardo Da Vinci

Se guardiamo ai fantastici progetti di Da Vinci, è chiaro che stava combinando diverse discipline per far progredire la conoscenza e risolvere i problemi. Dobbiamo incoraggiare i bambini a pensare in modo simile, perché gli adulti di domani dovranno risolvere i problemi in modo diverso a causa delle crisi esistenziali che dovranno affrontare. Soprattutto quelle del clima, della sostenibilità e della precarietà della vita sulla Terra.

Un simile cambiamento – sottolineano però gli autori – richiede anche un sistema di valutazione differente rispetto a quello attuale. Bisognerà valutare “il modo in cui i bambini apprendono e interiorizzano le idee, e non solo ciò che sanno”.

Potrebbe essere un’idea scomoda per alcuni, ma è il tipo di pensiero radicale di cui abbiamo bisogno se l’istruzione deve preparare i giovani al futuro.

via | ScienceDaily
Foto di Karin Henseler da Pixabay

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