Psicologia e relazioni sociali: siamo davvero così bisognosi di intrecciare contatti con le altre persone? E in che modo il lockdown potrebbe aver influenzato il nostro benessere mentale? Sin dal primo “blocco” imposto per arginare la diffusione del coronavirus, tutti noi abbiamo avuto modo di relazionarci soprattutto con le persone più vicine a noi, come familiari e congiunti. Durante l’isolamento iniziato a Marzo, il solo modo per comunicare con gli amici era quello di sfruttare le telefonate, le videochiamate e le chat su WhatsApp e altre applicazioni di messaggistica.

Ma in che modo questo isolamento sociale ha influito sul nostro cervello? La risposta arriva dai membri del MIT, autori di uno studio pubblicato negli ultimi giorni sulla rivista Nature Neuroscience.

Le persone costrette a rimanere isolate bramano le interazioni sociali in modo simile al modo in cui una persona affamata brama il cibo. La nostra scoperta corrisponde all’idea intuitiva che le interazioni sociali positive sono un bisogno umano fondamentale.

Relazioni sociali in psicologia: gli effetti dell’isolamento

Per il loro studio, gli autori hanno arruolato un campione di volontari sani, studenti universitari che sono stati confinati in una stanza senza finestre per un periodo di 10 ore. Durante quel lasso di tempo, ciascun partecipante è rimasto totalmente solo, senza parlare con nessuno (se non con gli stessi ricercatori, e solo se davvero necessario).

Al termine delle 10 ore di isolamento, gli autori hanno eseguito una risonanza magnetica del cervello di ciascun partecipante. Persino durante questo esame ognuno di loro era praticamente isolato, senza poter godere di alcun tipo di contatto sociale o umano.

Durante il periodo di studio, ma in un giorno diverso, i partecipanti hanno anche digiunato per un periodo di 10 ore. Quindi, il cervello di ciascuno dei 40 volontari è stato esaminato mentre guardavano immagini di cibo, di persone che interagivano e immagini neutre. Ebbene, gli autori hanno osservato che quando i soggetti si sentivano isolati a livello sociale, la visione delle foto di persone che svolgevano attività insieme scatenava una reazione nella substantia nigra del cervello. Questa piccola struttura è associata alle voglie causate dalla fame o dalla dipendenza da droga.

Bisogno di contatti sociali: perché cambia da persona a persona?

Gli autori sono rimasti sorpresi dal fatto che la reazione registrata nella substantia nigra variava in base ai livelli di solitudine normalmente percepiti dai partecipanti. In che senso? Semplice: coloro che generalmente tendevano a sentirsi più soli nella vita quotidiana hanno mostrato una minore voglia di interazioni sociali dopo il periodo di isolamento.

Alla luce di quanto rilevato, nuove domande attendono adesso delle risposte.

Potremmo ad esempio scoprire in che modo l’isolamento sociale ha effettivamente influenzato il comportamento delle persone. O potremmo capire se i contatti sociali virtuali sono davvero utili per soddisfare il bisogno di interazione sociale.

via | ScienceDaily
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