Da qualche ora sta rimbalzando da un media all’altro una notizia medica proveniente dall’Università Tor Vergata di Roma. Da una ricerca condotta dalla dottoressa Elena Campione, ci sarebbero risposte immunologiche promettenti dall’assunzione di lattoferrina, una molecola che potrebbe contrastare il Covid-19.

Lo studio è stato effettuato su un campione di un centinaio di pazienti, risultati positivi al Coronavirus ma asintomatici o paucisintomatici. La somministrazione di lattoferrina in questi soggetti avrebbe mostrato una risposta positiva da parte del sistema immunitario, migliorando la reazione di quest’ultimo al virus.

Tuttavia, la ribattuta da parte di Roberto Burioni, l’immunologo più famoso di casa nostra, non solo non ha tardato ad arrivare, ma si è dimostrata in contrasto con Tor Vergata. Dal profilo Facebook Medical Facts di Roberto Burioni, appare un contenuto che non ammette diverse interpretazioni. Si legge infatti:

Ricevo molte richieste in merito, per cui rispondo collettivamente a tutti. Non esiste nessuna evidenza clinica che indichi l’utilità della lattoferrina nel prevenire o curare COVID-19.

Lattoferrina: cos’è e perché se ne parla a proposito di Covid-19

Covid-19 e allattamento al seno

La lattoferrina è una proteina globulare che svolge attività antimicrobica e battericida all’interno del nostro organismo. Si trova principalmente nel latte, soprattutto quello vaccino e materno, tanto che per i neonati rappresenta la prima fonte di ferro assunta, ma anche la prima protezione contro gli attacchi dei virus.

Lo studio condotto da parte della dottoressa Elena Campione mirava, tra le altre cose, anche a spiegare una situazione non ancora chiara. Ossia il perché la fascia infantile, durante questi mesi di pandemia, sia stata la meno colpita dagli effetti del Covid-19. In un’intervista dello scorso luglio al Tg3, la ricercatrice aveva detto:

I bambini hanno un sistema immunitario dotato di una proteina che fa parte dell’immunità naturale che è la lattofferina. Una sostanza che il bambino eredita già nell’allattamento dalla mamma

Andando più nello specifico, la dottoressa ha di recente parlato dei due effetti che questa molecola avrebbe sul corpo:

Il primo in chiave di prevenzione, rendendoci molto più forti e quindi meno vulnerabili al contagio; il secondo in chiave di cura, perché abbiamo dimostrato che rispetto ai tempi medi di guarigione che arrivano anche a 30, 32 giorni, i pazienti ai quali viene somministrata anche la lattoferrina si negativizzano dopo 12 giorni

Ma come ammesso dalla stessa Campione, la ricerca è solo all’inizio e per uscire dall’emergenza, serve comunque il vaccino. Tuttavia, è bastata questa imbeccata per far andare sold out gli integratori di lattoferrina nelle farmacie della capitale. Perché a qualcosa, per sentirci meno vittime della situazione, dobbiamo pur aggrapparci.

Foto | Getty; iStock

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