Il 12 maggio si celebra la Giornata Mondiale dell’Infermiere, quest’anno dedicata ai 200 anni dalla nascita di Florence Nightignale, fondatrice dell’infermieristica moderna. Il 2020 è anche l’anno dedicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a questa fondamentale figura professionale sanitaria. Il loro contributo nella recente lotta contro il coronavirus è stato esemplare e non si è fermato neanche davanti ai numeri di contagi e morti che si sono susseguiti dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 nel nostro Paese. Gli infermieri che si sono ammalati sono circa 12.000, 35 quelli che hanno perso la vita per le conseguenze del coronavirus e 4 quelli che si sono suicidati per il senso di colpa di non essere riusciti a salvare tutti i loro pazienti. Sono tra i lavoratori più esposti, forse anche più dei medici, perché sono in contatto continuo e costante con i pazienti. La preoccupazione per la loro tenuta fisica e psicologica preoccupa gli psicologi e gli psichiatri. In molti si aspettano che tanti infermieri potranno andare incontro a problemi anche significativi.

Quanto sono pagati gli infermieri in Italia?

Gli infermieri italiani sono tra i meno pagati d’Europa. Per gli infermieri impiegati nel SSN con il rinnovo del contratto è previsto un aumento di stipendio che va da 85€ a poco più di 90€ lordi mensili, per una retribuzione mensile pari a circa 1.922 euro. Attenzione stiamo parlando di lordo. Gli infermieri di area critica, quelli cioè che sono impiegati in sala operatoria o in Pronto Soccorso, possono raggiungere i 2.000 euro. I cosiddetti Capi Sala possono arrivare a 2.500-3.000 euro al mese dopo però molti anni di lavoro.

Non c’è molta differenza con i loro colleghi che lavorano nelle cliniche privato. Più o meno lo stipendio medio è intorno ai 1.500 euro netti. Ci sono poi quelli che operano nelle Onlus e nelle cooperative e qui il minimo è di appena 1.000 euro al mese.

Quanto sono pagati negli altri Paesi europei?

Diciamo subito che le retribuzioni italiane sono nettamente al di sotto di quelle dei principali Paesi europei. Se in Italia si arriva più o meno a 30.000 euro lordi all’anno, la cifra cresce fino a circa 35.000 in Spagna e Francia, per arrivare a 41.000 in Germania. In Irlanda e in Belgio un infermiere si porta a casa più di 50.000 euro all’anno. Il top è in Lussemburgo, dove un infermiere guadagna oltre 80.000 euro all’anno.

Giornata Mondiale dell’Infermiere: le iniziative

Tutte le iniziative previste saranno online a causa della pandemia di Covid-19. Per tutta la giornata comunque si possono seguire le dirette sui social e sul sito della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI). «Non potevamo creare, proprio noi, occasioni di assembramento, né potevamo pensare di lasciare sguarniti i nostri luoghi di lavoro: gli ospedali, le Rsa, il territorio, in questo giorno che pure rappresenta una festa segnata in rosso sul calendario degli infermieri di tutto il mondo» spiega la presidente FNOPI, Barbara Mangiacavalli.

Giornata Mondiale dell’Infermiere: perché è dedicata a Florence Nightingale

Florence Nightingale è la fondatrice delle Scienze Infermieristiche moderne. Oggi avrebbe compiuto 200 anni, visto che è nata il 12 maggio 1820. Divenne famosa a 39 anni quando pubblicò il suo manuale Note sull’assistenza infermieristica: cos’è e cosa non è. Molto presto è diventato il libro di riferimento per tutti gli infermieri.

«La pandemia ci ha insegnato che occorre studiare dati e lavorare su evidenze scientifiche. Sono tutte intuizioni già presenti nel pensiero e nelle opere di Florence, ricordata come colei che ha ridotto la mortalità per malattie dei soldati nella guerra di Crimea dal 47% al 2%. Quello che, per analogia, ci auguriamo possa accadere nell’emergenza Covid-19», spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi).

Giornata Mondiale dell’Infermiere: il messaggio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

L’OMS, attraverso il suo direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha definito gli infermieri «la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario. Oggi, molti di loro si trovano in prima linea nella battaglia contro Covid-19».

«Ci sono quasi 28 milioni di infermieri in tutto il mondo che rappresentano quasi il 60% degli operatori sanitari. Sono la spina dorsale del sistema sanitario. Ma c’è bisogno di altri 6 milioni di infermieri a livello globale. Il mio invito va a governi, responsabili politici, datori di lavoro e autorità di regolamentazione: bisogna coordinare le azioni. Il sostegno a livelli di personale adeguati, la Salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro devono essere azioni prioritari e rafforzate. Inoltre, devono essere sviluppate politiche per proteggere gli infermieri da molestie, violenza e discriminazione sul posto di lavoro», ha aggiunto la responsabile degli infermieri dell’OMS, Elizabeth Iro.

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