L’esofago è un organo cilindrico che consente al cibo ingerito di raggiungere lo stomaco. Anche questa struttura può essere colpita da tumore, che origina da due diversi tipi di cellule. Si parla di tumore squamocellulare quando a causare la malattia è una crescita incontrollata delle cellule che rivestono internamente l’esofago. L’adenocarcinoma, invece, nasce dalle ghiandole muco-secernenti, che riparano e sostituiscono l’epitelio dell’esofago.

Tumore dell’esofago: attenzione all’esofago di Barrett 

Come spiega nella videointervista Riccardo Rosati, Primario dell’Unità di Chirurgia Gastroenterologica e dell’Unità Week Surgery dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, l’epidemiologia del tumore dell’esofago è cambiata molto nel corso del tempo. Negli ultimi 30 anni, infatti, si è assistito a un aumento notevole dell’incidenza di adenocarcinoma, che in passato era meno frequente del tumore squamocellulare. Nella maggior parte dei casi a innescare il processo cancerogeno è l’esofago di Barrett, una condizione caratterizzata dalla formazione di una nuova mucosa di rivestimento, atta a rispondere agli attacchi acidi da reflusso gastroesofageo. Qualora non venisse adeguatamente trattato, l’esofago di Barrett può evolvere in neoplasia. Esistono poi altri fattori di rischio del tumore dell’esofago, come il fumo, l’abuso di alcolici e il consumo reiterato di cibi solidi e bollenti.

Esofago di Barrett e reflusso gastroesofageo: quale relazione?

Tumore dell’esofago: come si manifesta?

Come spiega Rosati, l’arresto del bolo alimentare e la conseguente incapacità di deglutire sono i primi sintomi del tumore dell’esofago. Il lume di questa struttura, infatti, è occupato da una massa che cresce internamente e impedisce il transito del cibo ingerito. Purtroppo, quando emergono questi disturbi, ci si trova di fronte a un cancro in fase avanzata. Per chiudere completamente l’esofago e provocare la sintomatologia, il tumore è presente già da molto tempo, è cresciuto e con ogni probabilità ha causato metastasi ai linfonodi vicini.

Chiara Caretoni

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