In Ecuador, la Corte costituzionale ha depenalizzato l’aborto in caso di stupro. E’ stato dunque modificato l’articolo 150 del codice penale.

Depenalizzato l’aborto in caso di stupro

«Da oggi, nessuna donna stuprata sarà più criminalizzata». Su Twitter il difensore civico Freddy Carrion ha spiegato che la sentenza «è stata possibile grazie alle donne e ai collettivi femministi che hanno costantemente combattuto per una società più equa ed egualitaria».

Con 7 voti a favore e 2 contro. Questa è stata una svolta molto apprezzata dalle attiviste femministe. Un passo non indifferente per un paese dove le persone di religione cattolica sono l’80 per cento della popolazione.

Cambiamento incompleto per i movimenti femministi

Una donna rischia fino a tre anni di carcere per aver interrotto una gravidanza.
La strada è lunga e l’emanazione del provvedimento ha portato un cambiamento significativo, ma incompleto. I movimenti femministi si impegneranno nel far sì che la depenalizzazione sia completa nel caso di aborto.

Prima della sentenza

Prima della sentenza della Corte, in Ecuador l’aborto era consentito solo se la vita della donna era in pericolo e se la gravidanza era il risultato di uno stupro avvenuto contro una donna con disabilità mentale.

Nel 2019, il Parlamento aveva votato contro la depenalizzazione dell’aborto in caso di stupro o malformazione del feto.

Rispondono i movimenti antiabortisti

Il presidente dell’Ecuador, Guillermo Lasso, cattolico e antiabortista, ha pubblicato un comunicato in cui ha detto che, nonostante la sua fede cattolica, lui e il suo governo rispetteranno la decisione della Corte secondo i «principi della laicità dello Stato e della separazione dei poteri».

Nel frattempo, attivisti e movimenti antiabortisti hanno manifestato contro la decisione della Corte e la Conferenza episcopale ecuadoriana (CEE) ha inviato una lettera a Hernán Salgado, presidente della Corte costituzionale, esprimendo la sua preoccupazione.

In Arizona

In Arizona è stato istituito un provvedimento che vieta le interruzioni di gravidanza sulla base di anomalie genetiche, come la sindrome di Down.

La stretta sull’aborto in Arizona si aggiunge alle ulteriori restrizioni che sono state imposte per quanto concerne il diritto all’aborto.

Lotta contro le restrizioni per il diritto all’aborto

Negli ultimi mesi stiamo assistendo alla lotta contro le restrizioni per il diritto all’aborto in Polonia. E’ intervenuta a riguardo anche l’attrice polacca Kasia Smutniak a Propaganda Live in onda su La7.

Ma in realtà, c’è un altro posto più vicino di quanto pensassimo, dove abortire è illegale. Questo stato è la Repubblica di San Marino.

L’aborto illegale a San Marino

L’aborto a San Marino è illegale. È da Luglio 2019 che si discute per un disegno di legge per legalizzare l’aborto.

Nel codice penale ci sono gli articoli 153 e 154 che condannano con la reclusione da tre a sei anni ogni donna che abortisce, ogni persona che la aiuta e che procura l’aborto. L’interruzione di gravidanza non è consentita nemmeno in caso di stupro, incesto o malformazione del feto.

In Argentina ha vinto il pañuelo verde

In Argentina ha vinto il “pañuelo verde”, fazzoletto verde emblema della battaglia per l’interruzione volontaria della gravidanza.
Il 2020 si è chiuso con una svolta storica per l’Argentina: aborto libero e sicuro. Il Senato ha approvato la legge sull’interruzione della gravidanza con 38 voti a favore e 29 contro. Si colloca così tra i pochi paesi sudamericani in cui l’aborto è legale.

Joe Biden rafforza l’Obamacare

Altra svolta rivoluzionaria di Joe Biden che ribalta totalmente la vecchia amministrazione Trump: compie passi per rafforzare l’Obamacare, la riforma sanitaria di Barack Obama che ha esteso la copertura assicurativa a milioni di americani. L’obiettivo è offrire quest’ultima non solo a chi l’ha persa durante la pandemia ma anche a chiunque non sia assicurato e adesso vorrebbe esserlo, togliendo anche le restrizioni imposte da Trump per chi ha condizioni mediche pregresse.

Arkansas approva la legge più severa negli Usa

L’Arkansas approva la legge più severa negli Usa sull’aborto e il suo governatore repubblicano Asa Hutchinsos si è già impegnato a firmarla. Il provvedimento vieta l’interruzione di gravidanza “tranne che per salvare la vita della madre incinta in emergenza medica” e non fa alcuna eccezione in caso di stupro, incesto o anomalia del feto.
Si rischia una multa sino a 100 mila dollari e una detenzione sino a 10 anni di prigione per chi trasgredisce la legge.

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