La Women Orchestra: ventotto elementi, dagli archi ai fiati, tutte musiciste siciliane tra i 19 e i 40 anni. È una sinfonia che suona da quattro anni il cui direttore d’orchestra è Alessandra Pipitone, 35 anni, pianista e insegnante al liceo coreutico di Palermo, fondatrice della prima orchestra femminile del Sud Italia.

La Women Orchestra è una famiglia di artiste con la valigia, “difficile a dirsi in un gruppo di trenta donne, ma è così. Si inizia insieme e si finisce insieme”, sorride Pipitone. Il prossimo palco, a maggio, sarà la Lettonia, a Daugavpils, per “ Io Talent Europe”, il festival di talenti d’Europa. Bacchetta in mano e via, attacca l’orchestra.
Molte di loro sono studentesse appena diplomate nei conservatori, altre sono professioniste con anni di esperienza alle spalle e docenti di licei coreutici e a indirizzo musicale tra Palermo, Catania e Messina

“Mozart e Rossini suonati da un gruppo di donne tenaci e appassionate di musica non può che essere un incontro perfetto — dice Pipitone a Repubblica nasciamo con un intento sociale, difendere i diritti delle donne, ma di anno in anno ci siamo rese conto che il nostro progetto poteva diventare qualcosa di più”.
L’orchestra ha esordito quattro anni fa al teatro Lena di Cammarata, scarpette rosse addosso sul sottofondo della Sinfonia numero 25 di Mozart.

“L’allora direttore artistico Michele De Luca mi chiese di formare un’orchestra di donne per onorare la Giornata contro la violenza sulle donne — racconta Pipitone — ho chiamato colleghe e amiche da tutta la Sicilia ed eccoci qui”. Dopo la prima prova in pubblico, ci sono stati tanti viaggi e tante ore di prove, quasi sempre dentro i locali dell’oratorio salesiano Don Bosco di Palermo, con esercizi su pezzi del repertorio classico, dalla “ Turandot” a “ Cavalleria Rusticana”.

La Women Orchestra ha esordito lo scorso settembre anche in tv, nella trasmissione “ Tú sí que vales”, eseguendo un medley omaggio a Ennio Morricone, ora cavallo di battaglia del gruppo musicale, che al maestro ha dedicato un omaggio in concerto streaming, lo scorso dicembre, dalla chiesa del Santissimo Salvatore di Palermo.

“Suonare insieme alle altre significa diventare un unico suono — dice Mariangela Lampasona, violinista, 37 anni — viaggiamo fisicamente per spostarci da una città all’altra, ma il più bel viaggio è quello che ci concede la musica: lì ognuna di noi è pienamente sé stessa”.

A viaggiare spesso da Lugano è Chiara Bellamacina, 23 anni, arpista, al secondo anno del master di perfezionamento al conservatorio della Svizzera in Italia. Specializzata in musica da camera, insegna e studia nel comune svizzero, tra le prime a far parte dell’orchestra di Pipitone, ormai non può più farne a meno.

“Penso che ci siamo scelte naturalmente — dice Bellamacina — non mi perdo nessuna trasferta, ho viaggiato anche durante la pandemia per riuscire a non perdere le prove per il concerto streaming del Natale. La nostra particolarità? Semplicemente essere donne, con le nostre mani e il nostro cuore, sicuramente la nostra musica è differente da quella dei nostri colleghi uomini o di orchestre miste: non c’è la potenza maschile ma ci sono dolcezza e forza femminile”.

Assieme agli esperimenti del maestro Gabriele Ciampi, tra le voci internazionali nella battaglia per la femminizzazione dell’ambiente musicale, e dell’orchestra femminile del Mediterraneo di Pescara, ideata dalla musicista Antonella De Angelis, il modello siciliano di orchestrali in rosa portato avanti dalla valchiria e intraprende Alessandra Pipitone continua l’intento della lotta di genere in campo operistico, contribuendo anche a creare occasioni di lavoro per giovani musiciste.

Tra le più piccole della formazione musicale, c’è la 21enne palermitana Luisa Giaconia, primo violino dell’orchestra, appena diplomata, lo scorso ottobre, al conservatorio Scarlatti di Palermo. “Ho sempre cercato di coniugare lo studio a esperienze lavorative — racconta Giaconia — ho debuttato a 13 anni e da allora non mi sono più fermata. Suonare il violino per la Women Orchestra mi dà una fierezza in più in un ambito in cui quasi tutto ha connotati maschili”.

Ama eseguire gli intermezzi di “Cavalleria Rusticana”, Luisa Giaconia: “ Credo sia la massima espressione della dolcezza per un violino e suonare le arie di Mascagni insieme alle mie colleghe è un’emozione che non saprei descrivere a parole, forse solo col silenzio. Quello dell’ascolto” .

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