Da un anno e più le nostre abitudini sono drasticamente cambiate, ma una costante rimane nella nostra vita: lo shopping beauty online. Il problema si pone quando non riusciamo a consumare il prodotto acquistato a causa della riduzione delle uscite e delle innumerevoli restrizioni. E il risultato ora è davanti ai nostri occhi: una marea di prodotti, magari tutti aperti contemporaneamente, dalla scadenza e dall’efficacia indefinita. Come comportarsi? Giovanni Tafuro, ricercatore in ambito cosmetico per l’Università di Padova, spiega a IoDonna la differenza tra PAO ed effettiva data di scadenza.

«Il PAO, Period After Opening, è il periodo che indica quando scade un cosmetico. Ovvero, quanto tempo è funzionale dopo essere stato aperto, per quanto tempo mantiene le sue caratteristiche di sicurezza ed efficacia e può essere quindi utilizzato tranquillamente. È indicato sulla confezione con il simbolo del vasetto aperto e un numero seguito dalla lettera M, che sta ad indicare la durata in mesi durante la quale si mantiene stabile dopo il primo utilizzo ovvero dopo l’apertura».

Si pensa erroneamente che un cosmetico scade solo se viene aperto ed effettivamente utilizzato: “Non è così. Se il prodotto ha una durata inferiore ai 30 mesi dalla data di fabbricazione, è obbligatorio riportare in etichetta la data di scadenza, vale a dire la data entro cui il prodotto integro e conservato in condizioni adeguate, continua a svolgere la sua funzione e rimane sicuro per il consumatore. Ed è riportata con la dicitura “usare preferibilmente entro” o accompagnata dal simbolo della clessidra.

Se invece la durata è superiore ai 30 mesi, allora l’indicazione della data di scadenza non è obbligatoria. Il legislatore in questo caso impone che venga riportato il simbolo del PAO. Non è raro trovare casi di prodotti che riportano in etichetta sia la data di scadenza che il simbolo del PAO ».

«Durante la fase di formulazione e sviluppo del prodotto cosmetico vengono considerati attentamente tutti i fattori che possono influenzarne la stabilità e la suscettibilità alla contaminazione batterica. Tra questi compare sicuramente la presenza di acqua libera, che promuove e accelera la proliferazione batterica. I prodotti a base acquosa, infatti, come creme fluide, fondotinta, ma anche mascara e eyeliner sono più suscettibili alla contaminazione. Il rischio di contaminazione è legato anche al contatto fisico con il consumatore: prodotti che devono essere prelevati dal contenitore immergendo il dito, come le creme in vasetto, possono ragionevolmente contaminarsi più velocemente».

Ci si chiede effettivamente quando un cosmetico non sia più utilizzabile: «A prescindere dalla data di scadenza e dal PAO, un cosmetico garantisce le sue funzioni se viene conservato in modo opportuno e quindi evitando la luce diretta del sole, fonti di calore, umidità eccessiva. Capita spesso, ad esempio, di lasciare la crema solare al sole sullo sdraio o di dimenticare un prodotto in macchina in piena estate. Queste condizioni possono minare la stabilità chimico-fisica del prodotto e quindi anche la sua efficacia.

Il mio consiglio è quello di osservare il prodotto, valutandone ogni volta eventuali cambiamenti di colore o di odore, l’omogeneità della formula, prestando attenzione alla presenza di grumi o stratificazioni. Sono tutti segnali che il prodotto non garantisce più la sua funzione iniziale o, peggio, il suo potere conservante».

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Categorie: Moda