Un nuovo ceppo di coronavirus più contagioso si sta diffondendo in tutto il mondo. La nuova mutazione rende il virus più facilmente trasmissibile ma non sembra che lo renda più aggressivo. La notizia è contenuta nei risultati di uno studio condotto da un team internazionale, che sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell. La scoperta è arrivata dai ricercatori del Los Alamos National Laboratory nel New Mexico e della Duke University in North Carolina, entrambi statunitensi. Con loro ha collaborato l’Università di Sheffield, in Gran Bretagna. Il coronavirus è mutato, ma fortunatamente non sembra essere più aggressivo della versione precedente.

Il coronavirus è mutato: ecco perché in America si sta diffondendo così rapidamente

Il nuovo studio si basa anche su una ricerca firmata da tre italiani. Si tratta di Roberto Cauda, professore di Malattie infettive all’Università Cattolica di Roma, Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica Medica ed Epidemiologia Molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e Antonio Cassone, docente di Microbiologia dell’Università di Perugia.

La nuova variante si chiama G614. Si differenzia dalla precedente perché ha migliorato la capacità del virus di penetrazione nelle cellule umane, che gli sono necessarie per potersi riprodurre. Diversi campioni analizzati in laboratorio dimostrano che ormai sia questo il ceppo dominante. Va sempre ricordato che i virus coltivati in laboratorio reagiscono diversamente al virus in un ambiente normale.

«È ormai la forma dominante che sta infettando le persone in Europa e negli Stati Uniti» ha spiegato alla Cnn Erica Ollmann Saphire, tra gli autori dello studio. «Ora è questo il virus».

Sequenziato il nuovo genoma

I ricercatori non si sono limitati a controllare più sequenze genetiche del coronavirus, ma hanno condotto anche esperimenti coinvolgendo persone, animale e cellule in laboratorio. Grazie a questi test hanno potuto confermare che questa nuova variane è più infettiva di quella precedente.

Il gruppo di lavoro ha testato dei campioni prelevati da pazienti europei e statunitensi. Ha poi sequenziato il genoma. Successivamente ha confrontato questi genomi con quelli precedenti. In questo modo hanno scoperto la nuova variante del coronavirus.

Il coronavirus è mutato: fondamentali mascherine e distanziamento sociale

La nuova versione sempre essere capace di moltiplicarsi più velocemente nelle prime vie aeree, quindi naso, cavo orale e gola. Questo spiegherebbe perché è più contagioso. L’analisi di 1.000 campioni di pazienti ricoverati negli ospedali britannici ha però dimostrato che non dà sintomi peggiori rispetto alla precedente versione. In particolare, il “nuovo” coronavirus è dalle tre alle nove volte più infettivo della forma precedente.

Visti i risultati, gli esperti continuano a raccomandare l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale.

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