Il conflitto femoro-acetabolare è una patologia dell’anca, dovuta a un’alterazione dell’anatomia dei suoi capi articolari, cioè la testa del femore e l’acetabolo. Può essere di due tipologie, a seconda che si tratti di una malformazione della prima o del secondo. Il primo tipo di anomalia è detta Cam e si verifica quando la testa femorale non è perfettamente sferica. Pertanto, la parte in eccesso entra in contrasto con il bordo acetabolare. L’altro tipo, invece, è chiamato pincer, perché la deformità dell’acetabolo stringe la testa del femore, proprio come una pinza, impedendone il naturale movimento. Il Cam si riscontra soprattutto negli uomini, mentre il pincer nelle donne. Riccardo Ruggeri, ortopedico dell’anca e chirurgo protesico all’Istituto Clinico Humanitas di Milano spiega quali sono le cause, i sintomi e le cure disponibili.

Perché insorge il conflitto femoro-acetabolare?

Secondo recenti ricerche, il conflitto femoro-acetabolare colpirebbe soprattutto chi pratica sport che richiedono movimenti di abduzione e rotazione dell’anca, come il basket e il calcio. Al di là di questa ipotesi, l’unica causa certa della patologia è una predisposizione genetica.

Sintomi e diagnosi

Una diagnosi precoce conflitto femoro-acetabolare non è semplice, in quanto la sintomatologia ha un’insorgenza sfumata, lenta e progressiva. Il dolore, solitamente non invalidante, porta spesso a diagnosi errate di pubalgia o altre tendinopatie e viene trattato con farmaci antinfiammatori. Di solito, infatti, il paziente si reca dallo specialista quando il problema è in fase avanzata, perché il fastidio è tale da impedirgli semplici movimenti, come quello di salire e scendere dalla macchina. La conferma della diagnosi avviene con una radiografia del bacino, successivamente integrata da una risonanza magnetica dell’anca con liquido di contrasto per valutare il grado di degenerazione della cartilagine articolare ed eventuali lesioni di altre strutture intra-articolari.

Come si cura il conflitto femoro-acetabolare?

Essendo una malattia dovuta a un problema meccanico, il conflitto femoro-acetabolare si risolve efficacemente tramite un intervento chirurgico che si può eseguire in artroscopia. È una procedura poco invasiva che viene eseguita in anestesia spinale e richiede un ricovero di pochissimi giorni. L’atroscopia d’anca permette di intervenire sulla testa del femore o sull’acetabolo, in modo che i due capi articolari non entrino in conflitto tra loro. Dopo l’operazione, si raccomanda al paziente un mese di riposo. La terapia riabilitativa inizia subito dopo l’intervento ed è basata su esercizi di potenziamento muscolare e recupero dell’articolarità. Il ritorno allo sport è sconsigliato prima dei sei mesi.

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