Una nave italiana ha soccorso e riportato in Libia 108 migranti. A denunciarlo è Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali che si trova a bordo della nave Open Arms. Una notizia, che se confermata, segnerebbe il primo caso italiano di respingimento di migranti verso un porto non sicuro, quello di Tripoli, in Libia, come stabilito dalla convenzione di Ginevra sui diritti dell’uomo.

Un avvenimento in netto contrasto con la legislazione internazionale che stabilisce che sia garantito il diritto d’asilo. La nave sotto accusa è la Asso Ventotto, imbarcazione di supporto a una piattaforma petrolifera coinvolta nelle operazioni di soccorso al gommone in difficoltà.

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«Abbiamo appreso che uno dei gommoni segnalati oggi dalla Guardia Costiera italiana con 108 persone a bordo nel Mediterraneo è stato soccorso dalla Nave Asso Ventotto, battente bandiera italiana, che si sta dirigendo verso Tripoli», ha comunicato Fratoianni tramite i social network. «Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera Italiana, ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale».

Un episodio che ricorda il caso della nave Vos Thalassa che dopo avere soccorso alcuni migranti ha cercato di consegnarli a una motovedetta libica ma l’operazione è stata bloccata dai migranti stessi che si sono ribellati. È intervenuta la nave italiana Diciotti e dopo giorni di stallo, a cui è seguito l’intervento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i migranti sono stati portati a Trapani. Questa volta sono invece stati riportati a Tripoli.

«Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici non possono essere considerati tali», ha concluso Fratoianni.

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